mercoledì 28 ottobre 2009

Rituale della domenica nº1 - Golosini misti.



La domenica... tutti a casa... combinare qualcosa in cucina diventa impossibile senza l'aiuto dei due fidi nanetti... e diventa una buona scusa per tirar fuori farina e stampini e mettersi a inventare qualcosa di nuovo insieme.
Questa volta il risultato è stato particolarmente carino e ... con gusti personalizzati!

Ingredienti:

-250 gr farina

-100 gr zucchero

-3 cucchiai olio di semi

-un pizzico di sale

-un cucchiaio di lievito

-latte q.b.

-un pizzico di sale

-2 cucchiai caffè solubile

-un pugno di nocciole

-buccia di arancia e di 1/2 limone


Procedimento:

Per prima cosa ho preparato una normalissima pasta frolla unendo farina, zucchero, olio, sale, lievito e latte. Ho diviso la pasta in tre parti uguali e ad ognuna ho dato un sapore particolare.

Golosini a forma di stellina: ho sciolto il caffè solubile in un cucchiaio di acqua calda e l’ho unito alla pasta, vi risparmio il casino di impastarlo perchè avevo le mani praticamente nere e fortunatamente non stavo sulla spianatoia ma su carta da forno sennò avrei macchiato tutto!! Ho amalgamato bene, steso e … stamp, stamp, stamp!
Golosini a forma di cuorinino: in questo secondo pezzetto di pasta ho unito la buccia di un’arancia grattugiata e quella di mezzo limone… di solito per aromatizzare la pasta frolla ho sempre usato solo limone, stavolta con la buccia di arancia il profumo sembrava molto più fruttato, più buono, penso lo userò nuovamente! Stesso procedimento, amalgamare bene e via stamp, stamp, stamp..
Golosini a forma di fiore: nell'ultimo pezzo di pasta ho sbriciolato le nocciole, mettendo i frammenti più grossi nell’impasto e lasciando da parte quelli “polverizzati”. Anche in questo caso si amalgama, si stende una sfoglietta di 1/2 cm e si fanno le forme. Quando erano pronte le ho guarnite mettendoci sopra la polvere di nocciole più fine, schiacciandola con un dito per farla aderire bene.
Si infornano per un quarto d'ora controllando bene che non brucino e sono pronti... unica controindicazione: uno tira l'altro!
Sono ideali da disporre in vassoietti e regalare agli amici. :->

Questa e altre mie ricette le potete trovare su veganblog.it

martedì 27 ottobre 2009

...under my skin...

Oggi ho poco tempo.... tante cose in programma.... tanti pensieri da tenere a bada.... e tante voglia di due minuti per ME!
... però canticchio, da ieri sera.... e non me la tolgo dalla testa.... la canzone in cui Bono ha la voce più sexy del creato :-D

http://www.youtube.com/watch?v=sL_EKEVtmSU



"...Ive got you under my skin
I've got you deep in the heart of me
So deep in my heart, that youre really a part of me
I've got you under my skin..."

venerdì 23 ottobre 2009

Pensieri in movimento...


Si muovono... continuamente... anche se al momento non ho la forza di fermarmi e fissarli, attaccarli ad una parete bianca come tanti post-it colorati, scriverli su un blok e sperare che così facendo siano in qualche modo esorcizzati...
Pensavo di riuscire a metterli nero su bianco una volta trovato un angolino mio in cui stiparli tutti quanti, nuovi e vecchi, ma questo prevede doverci pensare ancora ... e non ne ho voglia, non ora...
Il letargo non mi abbandona, così come la febbre che sale all'improvviso e dopo qualche ora già è un ricordo... i medici parlano di stress, io li chiamo esagerati ma poi sò che in fondo forse hanno ragione...
Sto oscillando tra ore passate a raccogliermi, raggomitolarmi, rinchiudermi nella corrazza e ore in cui scarico i nervi con un'iperattività che non è da me... cucino di tutto, pulisco la casa, tento l'ennesimo approccio con l'aerobica, scrivo, si, scrivo molto... ieri pagine e pagine di filastrocche e scarabocchi, storielle e schizzi... tutto questo alla fine si rivela produttivo, il lavoro procede, il "mondo bislacco" prende forma e prima o poi magari lo avrò di carta tra le mani...
Andrea fa da critico letterario-musicale.... ieri mi ha fatto cantare milioni di volte l'ultima filastrocca che ho partorito.... ho il suo consenso.... non posso più abbandonarla ora, non ho più scuse, devo riprendere acquerelli e matite e darle vita...
Oggi è così.... alla pino mango.... un giorno di pioggia mite e malinconico.... devo colorarlo per non cedere alla tentazione di raggomitolarmi ancora.


mercoledì 21 ottobre 2009

Cestini di ricotta e fragole


La primavera ormai è esplosa e con lei anche tutte le prelibatezze di stagione....


Ingredienti per un cestino:

-un cucchiaio pieno di zucchero
-un cucchiaio pieno di farina
-un cucchiaio di essenza di vaniglia o di succo di limone (solo uno dei due)
-un cucchiaio abbondante di acqua

Ingredienti per la farcitura:

-due tazzine da caffè di ricotta veg. (*)
-4 o 5 fragole mature

Preparazione:

Iniziamo a preparare prima i cestini così avranno modo di raffreddarsi e indurirsi. Logicamente le dosi vanno moltiplicate per la quantità di cestini che si vorranno fare.
Uniamo la farina e lo zucchero in una ciotolina, aggiungiamo la vaniglia e infine l'acqua; mescoliamo bene per far si che non ci siano grumi nel composto e nel frattempo facciamo scaldare una piastra antiaderente, tipo quella per le crepes (in alternativa una qualsiasi padella antiaderente dovrebbe andar bene). Versiamo il composto sulla piastra calda e col cucchiaio cerchiamo di dargli una leggera forma esagonale. Lo giriamo e lo lasciamo cuocere da entrambe le parti e infine lo appoggiamo direttamente su di un bicchiere capovolto, dandogli un pò la forma di stella ed aspettiamo che secchi del tutto.
Nel frattempo prepariamo la farcitura: niente di più semplice! Prendiamo la ricotta e la mettiamo nel mixer insieme alle fragole (lasciandone una per la decorazione finale) e frulliamo il tutto.
Ora è tutto pronto, mettiamo il nostro composto nel cestino che nel frattempo freddandosi si sarà irrigidito ed avrà preso la forma definitiva e finiamo di guarnire con pezzettini di fragola.
Come vedete è semplicissima e molto veloce ma dato che anche l'occhio vuole la sua parte sembra ricercatissima e fa sempre colpo sugli ospiti!
Unico consiglio importante è quello di riempire i cestini giusto un attimo prima di presentarli, non riempirli in anticipo altrimenti la farcitura rischia di inumidire completamente il cestino.

(*) per la ricotta veg consiglio questa ricetta:

Questa e altre mie ricette le potete trovare su veganblog.it

La bistecca che distrugge il pianeta


Prendo spunto da un articolo di Alessandra Farkas tratto dal Corriere della sera....



"NEW YORK – L’impatto ambientale del consumo di carne è molto più devastante di quanto non si sia pensato fino ad ora. Lo affermano gli scienziati americani Robert Goodland e Jeff Anhang, co-autori di Livestock and Climate Change, uno studio pubblicato sull’ultimo numero dell’autorevole World Watch magazine dove affermano che oltre metà dei gas serra (o GHG) prodotti oggi dall’uomo sono emessi dagli allevamenti industriali di bestiame.
La carne presente nella nostra dieta è responsabile, insomma, dell'immissione in atmosfera di una quantità di gas serra - anidride carbonica (CO2), metano, ossido di azoto e simili – ben maggiore di quella immessa dai mezzi di trasporto o dalle industrie. Il motivo? Per la produzione di 225 grammi di patate si emette una quantità di CO2 pari a quella generata dal guidare un'auto per 300 metri. Per la stessa quantità di asparagi, è come guidare la stessa auto per 440 metri. Per la carne di pollo, molto di più: 1,17 km, per il maiale 4,1 km, per il manzo 15,8 chilometri.
La conclusione dei due ricercatori è drastica quanto inevitabile: “Per invertire il devastante trend che sta inesorabilmente modificando il clima del pianeta Terra basterebbe sostituire i prodotti animali con quelli a base di soia o di altre colture vegetali. “Questo approccio avrebbe effetti molto più rapidi sulle emissioni di GHG e sull’effetto serra di qualsiasi altra iniziativa per rimpiazzare i combustibili fossili con energia rinnovabile”, affermano i due esperti.

Non si tratta, insomma, dell’ennesima moda alimentare o imperativo etico-religioso ma di una condicio sine qua nonper assicurarsi che il nostro meraviglioso pianeta esista ancora per i figli dei nostri figli. Prima che sia troppo tardi. "

La cosa positiva di tutto questo è che si continua a studiare e che qualcuno ogni tanto alza la sua voce in mezzo al gruppo e cerca di dare un allarme....

Il lato negativo è che queste notizie sono sempre in terza o quarta pagina, minuscole, sperdute, e che dopo averle lette un 90% dei lettori si alza dalla poltrona e va a farsi un hamburger...

Non siamo abituati ad ascoltare seriamente e con coscienza nessun messaggio a meno che non ci tocchi profondamente nella sfera personale, non siamo abituati a pensare che il mondo cambia proprio grazie a quello che ogni giorno milioni di persone possono fare o non fare.

Gli allevamenti non sono soltanto un luogo di tortura per gli animali ma mettono a rischio la salvaguardia di tutta la natura... ma come per altre innumerevoli cose, forse saremo pronti a notarlo solo quando sarà troppo tardi e l'unica cosa possibile da fare sarà correre ai ripari...

martedì 20 ottobre 2009

Spazi vuoti..


Nel 1963 Umberto Eco scriveva questa recensione su Schulz:

"E’ un poeta. Quando dico poeta lo dico per fare arrabbiare qualcuno. Gli umanisti di professione, che non leggono i fumetti; e coloro che accusano di snobismo gli intellettuali che fingerebbero di amare i fumetti. Ma sia bene inteso: se poesia vuol dire capacità di portare tenerezza, pietà, cattiveria a momenti di estrema trasparenza, come se vi passasse attraverso una luce e non si sapesse più di che pasta sian fatte le cose, allora Schulz è un poeta.Se poesia è individuare caratteri tipici in circostanze tipiche, Schulz è un poeta.

Se poesia è far scaturire da eventi di ogni giorno, che siamo abituati ad identificare con la superficie delle cose, una rivelazione che delle cose ci faccia toccare il fondo, allora, una volta ogni tanto, Schulz è un poeta. E se poesia fosse soltanto trovare un attimo privilegiato e su di quello improvvisare in una avventura ininterrotta di variazioni infinitesime, così che dall’incontro altrimenti meccanico di due o tre elementi possa scaturire un universo sempre nuovo, cantato senza pause, ebbene anche in questo caso Schulz è un poeta. Più di tanti altri“.

ogni tanto dovrei ricordarmi di riempirli di fiori... i miei spazi vuoti...

domenica 18 ottobre 2009

...Lentamente...


Lentamente muore chi diventa schiavo dell'abitudine, ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi, chi non cambia la marca, il colore dei vestiti, chi non parla a chi non conosce.

Muore lentamente chi evita una passione, chi preferisce il nero su bianco e i puntini sulle "i" piuttosto che un insieme di emozioni, proprio quelle che fanno brillare gli occhi, quelle che fanno di uno sbadiglio un sorriso, quelle che fanno battere il cuore davanti all'errore e ai sentimenti.

Lentamente muore chi non capovolge il tavolo, chi è infelice sul lavoro, chi non rischia la certezza per l'incertezza per inseguire un sogno, chi non si permette almeno una volta nella vita di fuggire ai consigli sensati.

Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge, chi non ascolta musica, chi non trova grazia in se stesso.

Muore lentamente chi distrugge l'amor proprio, chi non si lascia aiutare; chi passa i giorni a lamentarsi della propria sfortuna o della pioggia incessante.

Lentamente muore chi abbandona un progetto prima di iniziarlo, chi non fa domande sugli argomenti che non conosce, chi non risponde quando gli chiedono qualcosa che conosce.

Evitiamo la morte a piccole dosi, ricordando sempre che essere vivo richiede uno sforzo di gran lunga maggiore del semplice fatto di respirare. Soltanto l'ardente pazienza porterà al raggiungimento di una splendida felicità.

Lentamente - Pablo Neruda

venerdì 16 ottobre 2009

Involtini primavera

Oggi mi do alla cucina.... pubblico la prima di tante ricette sperimentate....


Ogni tanto devo assecondare la voglia di cibi sfiziosi e non ho potuto resistere quando al supermercato mi sono trovata davanti le sfogliette per preparare gli involtini primavera... sono una cosa che adoro!!

Ingredienti per il ripieno:

-1 cipollotto
-1 carota
-1 zucchina
-1 manciata abbondante di germogli di soia
-salsa di soia
-sale
-olio e.v.o.
-1/3 bicchiere di acqua

Preparazione:

Ho tagliato tutte le verdure a listarelle sottili e le ho messe in padella (tranne i germogli ) con un filo di olio, pochissimo sale e acqua, ho coperto e lasciato cuocere quel poco da farle rimanere al dente. Poi ho unito i germogli di soia e la salsa di soia, ho amalgamato il tutto e spento il fuoco.
Preparare i dischetti di pasta si è rivelata un'impresa ardua inizialmente.... la confezione diceva di ammorbidirli in acqua bollente, ma appena immersi diventavano gelatinosi e cominciavano a prendere la forma di una pallottola gelatinosa, quindi ho messo dell'acqua appena tiepida in una pentola, li ho immersi per pochissimi secondi e quando erano ancora un pò rigidi li ho appoggiati su di un panno pulito lasciano che si ammorbidissero grazie all'acqua assorbita...
Man mano che eseguivo questa operazione li ho riempiti, chiusi e messi su una teglia con carta da forno. Ho infornato il tutto un quarto d'ora ed erano pronti per essere messi in tavola...
Solitamente si mangiano accompagnati da salsa di soia o dalla tipica salsina agrodolce, facilissima da preparare: bastano 90 gr di farina bianca, 3 cucchiai di salsa di soia, 80 gr di salsa di pomodoro, 10 cl di aceto di vino e 100 gr di zucchero, si cuoce tutto a fuoco bassissimo finchè non diventa della consistenza giusta.

NOTA: Nel caso uno non avesse voglia di impazzire con le sfogliette già pronte, si trovano in giro varie ricette per prepararle da soli, simili a crepes sottilissime... ne metto un paio per dare un'idea :
1- 100gr farina00, 100gr farina di riso, 450ml acqua, sale
2- 2 tazzine di farina di riso, 1 tazzina di farina00, 1 tazzina di acqua, sale

Questa e altre mie ricette le potete trovare su veganblog.it !

giovedì 15 ottobre 2009

Ricomincio dal punto in cui mi ero fermato...

Tradotto direttamente dal blog del grande scrittore, che di ogni post ha fatto un libro... dalla politica alla società, passando però sempre dal cuore, ed è questo che ogni volta mi colpisce di lui...

"Mi amareggia la certezza che alcune cose sensate che ho detto nella mia vita non avranno, in fin dei conti, nessuna importanza. E perché dovrebbero averne? Che significato avrà il ronzio delle api all’interno di un alveare? Serve per comunicare tra loro? O è un semplice effetto della natura, la mera conseguenza dell’essere vivi, senza previa coscienza o intenzione, come un melo dà le mele senza preoccuparsi se qualcuno verrà o no a mangiarle? E noi? Parliamo per la stessa ragione per cui sudiamo? Solo perché sì? Il sudore evapora, si lava, scompare, prima o poi arriverà alle nuvole. E le parole? Dove vanno? Quante ne rimangono? Per quanto tempo? E, infine, a che scopo? Sono domande oziose, lo so bene, proprie di chi compie 86 anni. O forse non sono tanto oziose se penso che mio nonno Jéronimo, nelle sue ultime ore, andò a congedarsi dagli alberi che aveva piantato, abbracciandoli e piangendo perché sapeva che non li avrebbe più rivisti. E’ una buona lezione. Mi abbraccio dunque alle parole che ho scritto, auguro loro lunga vita e ricomincio a scrivere dal punto in cui mi ero fermato. Non c’è altra risposta."

-José Saramago, Il Quaderno-

mercoledì 14 ottobre 2009

Buffi musi su sfondo bianco


Sono foto molto belle ritratte dall' associazione Life on White che devolve parte dei propri guadagni in favore di associazioni che si occupano della salvaguardia di specie a rischio....
Alcune delle foto si possono vedere qui:


giovedì 8 ottobre 2009

Estate incantata







Da tanti anni ho letto questo libro e ancora, ogni volta, mi emoziona...
I libri di Bradbury in realtà mi son piaciuti tutti, nonostante lui sia conosciuto come scrittore di fantascienza i suoi romanzi hanno sempre un risvolto umano profondo e unico.
Scoprire questo libro, buttato su una bancarella, e sentirlo mio sono state un'unica cosa.










Qui l'inizio...

"Era una mattina tranquilla e la città era ancora avvolta nel buio, infilata a letto. Il tempo diceva che era estate: il vento aveva quel certo tocco e il respiro del mondo era lungo, caldo e lento. Bastava alzarsi e sporgersi dalla finestra per sapere che quello era il primo giorno di libertà e di vita, il primo mattino d’estate.
Douglas Spaulding, dodici anni, appena sveglio, lasciò che l’estate lo cullasse nel flusso pigro dell’alba. Coricato nella stanzetta del terzo piano, col tetto della torre sopra di lui, Douglas si sentiva forte in quella stanza alta che cavalcava il vento di giugno, nella torre più imponente della città. Di sera, quando gli alberi si mescolavano in un’unica ombra, lui scoccava le sue occhiate in tutte le direzioni, come dall’alto di un faro, sull’oceano di olmi, querce e aceri mossi dal vento. E ora…
"Ragazzi!" sussurrò Douglas.
Aveva un’intera estate davanti a lui, un’intera estate da cancellare dal calendario, giorno per giorno. Gli sembrava di essere la dea Siva che aveva visto nei libri di viaggio, gli sembrava di avere anche lui cento mani con cui avrebbe raccolto mele acerbe e pesche, e naturalmente uva passa. Per vestiti avrebbe avuto gli alberi, i cespugli e i fiumi. Avrebbe gelato, volentieri, davanti alla porta del magazzino del ghiaccio, spiando la brina all’interno; e si sarebbe arrostito, con gioia, insieme ai diecimila polli della cucina della nonna.
Per il momento, tuttavia… lo aspettava un esercizio familiare.
Una volta alla settimana gli permettevano di lasciare papà, nonna e suo fratello minore Tom nella casetta attigua e di salire nella piccola torre che sovrastava la casa dei nonni, alla quale si accedeva per la lunga scala a chiocciola che lui faceva sempre di corsa, al buio. E in quella torre degna d’uno stregone si addormentava tra lampi e visioni, per risvegliarsi al mattino al tintinnio di cristallo delle bottiglie di latte. Allora bisognava compiere il rituale magico.
Si alzò, andò alla finestra e inspirò a pieni polmoni. Poi soffiò.
I lampioni stradali si spensero come candele su una torta nera. Soffiò ancora, e ancora, e cominciarono a sparire le stelle.
Douglas sorrise e puntò il dito.
Là, e poi là. Ora qui…
Rettangoli gialli si disegnarono sul vago terreno del mattino mentre nelle case accendevano delle luci. E un grappolo di finestre brillò all’improvviso a chilometri di distanza, nella campagna immersa nell’alba.
"Tutti sbadigliano. E tutti si alzano."
Sotto di lui la grande casa si stiracchiò.
"Nonno prendi la dentiera dal bicchiere!" attese un tempo ragionevole, poi: "Nonna, bisnonna, friggete le frittelle!"
Il caldo aroma della pastella fritta si diffuse nei gelidi corridoi per svegliare i pensionanti, le zie, gli zii, i cugini in visita e tutti quanti.
"Strada dove abitano i Vecchi, svegliati! Signorina Hellen Loomis, colonnello Freeleigh, signorina Bentley! Tossite, alzatevi, prendete le medicine, cominciate a muovervi! Signor Jonas, attacchi il cavallo, cominci a portare in giro il carretto!"
Le ville buie al di là del crepaccio che divideva la città spalancarono i loro maligni occhi di drago. Fra poco, nelle strade del mattino, due vecchie signore avrebbero pilotato una Macchina Verde elettrica, facendo segno a tutti i cani di scostarsi. "Signor Tridden, corra alla rimessa!" Fra poco, sovrastato da un nugolo di scintille azzurre, il tram cittadino sarebbe salpato per le vie pavimentate in rosso.
"John Huff, Charlie Woodman, siete pronti?" sussurrò Douglas in direzione della Strada dei Ragazzi. "Pronti!" a lanciare le palle da baseball nei prati umidi, a sedere sulle altalene che aspettavano, vuote, in mezzo agli alberi.
"Mamma, papà, Tom, svegliatevi."
Cominciarono a suonare le sveglie. L’orologio del municipio rimbombò. Gli uccelli si lanciarono dagli alberi come una rete che Douglas avesse gettato. E lui, direttore d’orchestra, li sentì cantare ed indicò il cielo a oriente.
Il sole spuntò dietro l’orizzonte.
Douglas si mise a braccia conserte e sorrise del sorriso di un mago. Sissignori, pensò, tutti saltano, tutti corrono quando io comando. Sarà una bella estate.
Rivolse alla città un ultimo schiocco delle dita.
Le porte delle case si spalancarono e la gente si affrettò ad uscire.
Cominciò l’estate del 1928. ... "

patagonia 2009




... questo è il sogno che ho coltivato nel cuore par anni, il posto in cui volevo andare, la mia idea di libertà che credevo irrealizzabile...
Ora è ad un passo, l'abbiamo percorsa in lungo e in largo, me ne sono innamorata ad ogni metro e so che non la dimenticheró mai.
Grazie amore mio.